Diffusione in Italia e nel Canton Ticino – Culto

Fin dagli albori dell’era cristiana, monaci residenti nella parte orientale dell’Impero Romano si trasferiscono nei territori occidentali, prima liberamente e poi costretti dall’avanzare della religione islamica. Tra queste mete c’è la città di Ravenna, che diverrà capitale della Provincia Bizantina dell’Impero Romano d’Oriente, assumendo così un’importanza politico-militare superiore alla stessa Roma. Monaci Basiliani provenienti dall’Asia Minore e da Costantinopoli si stabiliscono in una località detta Cesarea, situata a mezza via tra Ravenna e il suo porto di Classe. In città sono già presenti da tempo i monaci Benedettini che abitano e reggono le famose abbazie di San Vitale e Sant’Apollinare in Classe, con i vasti territori loro dipendenti.

Statua lignea del santo nella chiesa parrocchiale di Lumino (Bellinzona)
Statua lignea del santo nella chiesa parrocchiale di Lumino (Bellinzona)

È lecito supporre che l’incontro e reciproca conoscenza fra queste due comunità religiose permise la diffusione del culto e conseguentemente la popolarità di san Mamete in Romagna, nella regione Tosco-Emiliana e in Lombardia.
Infatti comunità di monaci benedettini erano presenti in Cesena, Imola, Forlì, Bologna, Milano (Affori), Oltrona San Mamete, Bellinzona (Lumino); luoghi dove è tuttora viva la memoria del santo. Nell’illustre città romagnola l’unica testimonianza rimasta, dopo la distruzione nel 1810 della chiesa intitolata al santo, è l’antica porta cittadina di “San Mama”, che è collocata in direzione della citata località di Cesarea. Per Affori, si ha pure notizia dell’esistenza di una chiesa di “San Martino presso un ospedale”, ove era celebrata ogni anno una festa in onore di sant’Apollinare.
Da queste frammentarie notizie, si può dedurre che dalla città di Ravenna prese il via la venerazione per san Mamete, e che a quest’impresa contribuirono in modo determinante i benedettini.

Santino Galli, Oltrona San Mamette
(Agosto 2000)

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