14 Mag Reliquie – Agiografia
Le fonti concordemente dicono Mamete sepolto a Cesarea di Cappadocia e fino al sec. VI non si ha notizia di traslazioni di reliquie. La prima è ricordata nella Vita di santa Radegonda (m. 587), scritta dalla monaca Baudonivia (BHL, II, p. 1025, n. 7049). La pia regina avendo appreso della presenza in Gerusalemme del corpo del santo, mandò il prete Reovale affinché ottenesse una reliquia per il suo monastero di S. Croce a Poitiers, e il prete tornò recando un dito di Mamete. Il Pinius (in Acta SS., p. 433), giudica che non potendosi pensare a un omonimo martire palestinese, d’altronde ignoto, si dovrà ipotizzare una parziale traslazione del corpo di Mamete a Gerusalemme in epoca incerta, il che non sarebbe in contraddizione con le testimonianze posteriori che lo collocano sempre a Cesarea.
Il pellegrino Teodosio, nel 530, lo trova ancora a Cesarea (cf. Geyer, Itinera, p. 144); nel sec. XI Niceta Serronio (m. 1100) assicura che c’era ancora (nel commento all’orazione XLIV di san Gregorio Nazianzeno: “divi enim Mamantis corpus Cesareae situm est”). Intorno a questa epoca però dovette avvenire una traslazione forse totale a Costantinopoli, donde procedono le successive traslazioni di reliquie insigni di Mamete verso Occidente.
Nel 1075 infatti il vescovo Rainardo di Langres ottenne a Costantinopoli un braccio del santo per la sua cattedrale. Circa un secolo dopo, Langres si arricchì di una nuova reliquia, la più insigne, il capo del santo, sottratto dai crociati nel 1204 al monastero costantinopolitano già ricordato. Dal prete Walone di Dampierre, che lo ebbe nel 1205 dal card. Pietro di Capua, fu portato a Langres (cf. R. Janin, op. cit., p. 329; e in Acta SS., alle pp. 440-46 una relazione delle varie traslazioni delle reliquie di Mamete a Langres). Una minuscola reliquia fu ceduta dai canonici di Langres nel 1726 alla chiesa di Sceaux, presso Parigi, che aveva Mamete come titolare, dietro interessamento del duca del Maine (cf. A. Coulon, À propos d’une relique de saint Mammès, in Anal. Boll., XLVI [1928], pp. 78-80).
Il Pinius (Acta SS., pp. 433-34) aggiunge che anche Milano, Lucca, Cipro si gloriavano di possedere tutto o parte del corpo di Mamete (Lucca addirittura il capo!), pretese tutt’al più indicative della presenza di qualche reliquia.
Benedetto Cignitti
(estratto dalla Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII, coll. 607-608)