Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
1681 Il senso cristiano della morte si manifesta alla luce del mistero pasquale della morte e della risurrezione di Cristo, nel quale riposa la nostra unica speranza. Il cristiano che muore in Cristo Gesù va in esilio dal corpo per abitare presso il Signore.
1682 Il giorno della morte inaugura per il cristiano, al termine della sua vita sacramentale, il compimento della sua nuova nascita cominciata con il Battesimo, la «somiglianza» definitiva all’«immagine del Figlio» conferita dall’unzione dello Spirito Santo e la partecipazione al banchetto del Regno anticipato nell’Eucaristia, anche se, per rivestire l’abito nuziale, ha ancora bisogno di ulteriori purificazioni.
1683 La Chiesa che, come Madre, ha portato sacramentalmente nel suo seno il cristiano durante il suo pellegrinaggio terreno, lo accompagna al termine del suo cammino per rimetterlo «nelle mani del Padre». Essa offre al Padre, in Cristo, il figlio della sua grazia e, nella speranza, consegna alla terra il seme del corpo che risusciterà nella gloria. Questa offerta è celebrata in pienezza nel sacrificio eucaristico; le benedizioni che precedono e che seguono sono dei sacramentali.
1684 Le esequie cristiane sono una celebrazione liturgica della Chiesa. Il ministero della Chiesa in questo caso mira ad esprimere la comunione efficace con il defunto come pure a rendere partecipe la sua comunità riunita per le esequie e ad annunciarle la vita eterna.
Funerali
Ogniqualvolta le nostre famiglie sono colpite dalla morte di una persona cara, possono rivolgersi in parrocchia per la celebrazione delle esequie; possono anche chiedere di pregare la sera prima, in casa o in chiesa, con il santo rosario, specialmente se in casa è custodito il corpo del defunto.
Per fissare il funerale occorre sempre concordare con il parroco il giorno e l’ora; i giorni sono tutti possibili tranne la domenica e i giorni di precetto festivo; tra gli orari è possibile scegliere tre momenti: alle 9.00, alle 11.00 o alle 14.45.
Al momento del funerale il feretro arriva in chiesa: non è possibile svolgere cortei funebri.
È bene, se fosse possibile, individuare un lettore e presentarlo al parroco prima della celebrazione.
Al termine della messa ci si reca sul sagrato dove il sacerdote impartirà la benedizione al feretro prima della sua partenza.
Ricordo dei defunti
Il dramma della morte di una persona cara ci porta a custodirne il ricordo e a continuare ad affidarla alla misericordia del Padre. Per questa ragione la Chiesa ha sempre raccomandato l’esercizio spirituale del ricordo dei nostri cari defunti. Questo può avvenire in diversi modi
- la seconda domenica del mese, alle ore 18.00, viene celebrata la santa messa con il ricordo di tutti i defunti del mese precedente. Normalmente una lettera indirizzata ai famigliari che hanno organizzato il funerale avvisa di questa ricorrenza. Allo stesso modo, nel giorno del 2 novembre, viene celebrata una messa nella quale si ricordano tutti i defunti dell’anno.
- Ciascuno può chiedere che venga applicata per i propri defunti (ma in realtà anche per i vivi) una santa messa. In questo caso si fa memoria della persona durante le preghiere dei fedeli. Occorre venire in sacrestia dopo ogni messa, oppure mandare una mail alla segreteria (segreteria@psfn.it) per chiedere una data. Nella stessa celebrazione possono essere ricordati anche altri defunti; non è possibile applicare intenzioni per i defunti alla messa delle 10.30 dei giorni di precetto perché tale messa, come chiesto dalla legge ecclesiastica, è sempre pro populo. L’offerta è libera.
Si può chiedere, inoltrando la richiesta alla segreteria parrocchiale, di affiggere nella cappella dei defunti (dove riposa in pace il fondatore della parrocchia don Piero Uggeri), una fotografia di un proprio caro oppure di affiggere una lastra metallica con il nome che rimarrà nella cappella.